Fin dai tempi dell’Impero Romano, quando sul colle si edificò il tempio dedicato a Giove Pennino il valico costituì un’importante via di comunicazione attraverso le Alpi. Nel 1035, ad opera di San Bernardo di Mentone, si costruì sul colle un Ospizio gestito da una congregazione di canonici, allo scopo di ricoverare, assistere e proteggere i numerosi viaggiatori. Da Annibale a Carlo Magno di ritorno dalla sua incoronazione Milano nell’800 e numerosi Papi che utilizzarono questo passaggio per recarsi al di là dei monti. Ma il passaggio più spettacolare rimane quello di Napoleone con oltre 40’000 uomini e 5’000 cavalli.
Il cane San Bernardo, guida e salvagente
L’origine del cane San Bernardo è carica di leggende e racconti. Forse la razza è il risultato di un incrocio di cani delle Alpi con mastini, terranova, danesi. Comunque questi cani sono apparentati. La loro più antica menzione risale al 1708, ma è certo che l’ospizio li allevava e possedeva prima del 1700. Per lungo tempo, preziosi aiutanti dei religiosi per il loro servizio in montagna, questi cani certamente hanno contribuito molto a dare un’immagine popolare dell’Ospizio e della sua missione nei confronti dei viandanti. Il cane all’Ospizio oltre a restare, simbolo dell’amicizia e della dedizione vengono ingaggiati nel settore sociale e ora da questa estate quali ‘guide’ di passeggiate e trekking.